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Ismael Rivera (bio redatta da Enzo Conte)
Se Tito Rodriguez ha sempre rappresentato il prototipo del cantante virtuoso ma allo stesso tempo fine, fascinoso ed elegante, Ismael Rivera ha invece sempre rappresentato il prototipo del cantante della "calle" (della strada).
Era la voce del popolo portoricano perché di quel popolo ne rappresentava al meglio gli umori, le inquietudini, i sogni. Era un giovane ribelle che aveva trovato nella musica la sua salvezza ma anche la sua grande missione: regalare litri di sabor ai suoi devotissimi fans che per tutta la sua breve ma intensa esistenza hanno continuato a provare per lui una vera e propria venerazione.
Fondamentale fu l'incontro con un amico di infanzia: il timbalero Raphael Cortijo. Insieme fondarono un Combo che ebbe il merito di riscoprire e di rivalutare i ritmi tipici di Puerto Rico: la bomba e la plena.
Sulla scia di quanto fatto in passato dall'orchestra Panamericana e dall'orchestra di Raphael Concepcion, i due ebbero il merito di portare nei saloni dell'alta borghesia la musica tipica di Puerto Rico fondendola con sapienza con la musica cubana (la guaracha in particolare), dando vita ad un prodotto estremamente originale.
Il Combo di Rafael Cortijo, grazie a brani trascinanti come "EI negro bembón", "Maquino Landera", "El bom bom de Elena", seppe così popolarizzare la sua musica non solo nel Caribe ma anche tra la comunità latina di New York.
Uno dei principali artefici di questo successo fu proprio Ismael Rivera, un cantante capace di rivoluzionare gli schemi imperanti del canto caraibico. "Maelo" così lo chiamavano i suoi fans, grazie alle sue enormi doti vocali si meritò proprio in quegli anni l'appellativo di "el sonero mayor". Fu addirittura il grande Benny Moré (famosissimo cantante cubano), durante un suo viaggio a Puerto Rico a battezzarlo così.
Gli elogi del cubano consacrarono definitivamente lo stile di questo cantante che con grande facilità rompeva tutti i canoni canori allora in voga. Questo modo di cantare irriverente gli attirò, all'inizio della sua carriera, le critiche degli esperti e degli ortodossi, ma presto anche i più scettici dovettero ricredersi sulle sue qualità vocali.
Purtroppo, proprio nel momento di maggior fortuna, "Maelo", reduce da un viaggio a Panama, fu trovato alla dogana di Puerto Rico con addosso un forte quantitativo di droga. Arrestato, fu condannato a cinque anni di prigione.
Nel 1971, scontata la pena, Ismael Rivera decise di lasciare la natia Puerto Rico per trasferirsi a New York, dove con l'orchestra Los Cacimbos abbandonerà i ritmi tipici portoricani per cavalcare più da vicino la nuova onda salsera.
Il suo stile inconfondibile, la sua prorompente personalità, i guai avuti con la legge finirono con l'incrementare il mito del cantante maledetto, quel cantante che sembrava, meglio di altri, rappresentare l'anima più sanguigna e popolare del popolo latino.
Al culmine della popolarità, nel 1974 Ismael incide quello che viene considerato il suo disco migliore "Traigo de todo" che include anche uno dei suoi più grandi successi "EI nazareno".
Nel 1975, Rivera era tornato ad unirsi, durante uno storico concerto al Coliseo Roberto Clemente di San Juan, ai vecchi amici del Combo de Cortijo. Da quella riunione nacque un disco antologico intitolato "Juntos otra vez", importante per lo sviluppo di un'onda salsera vista da una prospettiva più tropicale.
Ismael Rivera aveva sempre inciso per la casa discografica Tico. Quando essa fu acquistata dall'impero Fania, "el sonero mayor" accusò il colpo. Il cantante portoricano, infatti, non aveva mai condiviso la politica discografica della Fania, a suo parere esageratamente commerciale. Sebbene i dischi pubblicati con la Fania non saranno all'altezza delle sue migliori interpretazioni, non possiamo però non menzionare alcuni piccoli gioielli musicali come "De todas maneras rosas" e "Las caras lindas", scritte per lui dal grande compositore e amico Tite Curet Alonso.
Nel frattempo era tornato a vivere nella sua Puerto Rico, proprio là nella calle Calma (oggi calle lsmael Rivera) dove era nato. E fu proprio nella sua casa natale che nel maggio del 1987, a causa di un attacco cardiaco, il grande "Maelo" decise di andare a cantare con gli angeli, lasciando in lacrime il popolo portoricano che in quel ragazzo scapestrato aveva sempre visto uno dei suoi più grandi eroi.
Su google troverete la sua discografia completa, a me piacerebbe invece segnalarvi alcune perle del suo repertorio:
El negro bembon
Maquino Landera
El bombon de Elena
El nazareno
Incomprendido
Las caras lindas
Mi jaragual
Mi negrita me espera
Yo no quiero piedras en el camino
Dime porqué
Quitate de la via Perico
Moliendo café
Traigo de todo
De todas manera rosas
La perla
La cumbita
Besitos de coco
Monta mi caballito
Con la punta del piè Teresa
Calypso, bomba y plena
El cumbanchero
Agua que va a caer
Arrecotin arrecotan
Bilongo