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TITO PUENTE: THE KING OF LATIN MUSIC

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Antonio Puente, soprannominato the King of Latin Music, è sicuramente il più importante esponente di questo genere musicale, fino a questo punto così discusso, in linea di massima denominato Salsa. Egli seppe unire in un grande calderone i ritmi afro-cubani, la bossa nova, il samba, la pachanga con sonorità della musica popolare nordamericana, che nel corso degli anni è stata definita con vari termini come Latin Jazz, Afro-cuban Jazz, Latin Dance e per ultimo Salsa.
La sua lunghissima carriera di percussionista, compositore ed arrangiatore newyorchese di origine portoricana, è iniziata negli anni Trenta in un quartiere chiamato East Harlem, conosciuto anche come Spanish Harlem, in quanto la comunità che vi risiedeva era costituita, per la maggior parte, da emigrati di lingua spagnola. Qui l'incontro tra la cultura delle popolazioni ispaniche e quella del Nord America aveva dato luogo ad un nuovo fermento artistico-culturale che trovava nel Jazz afro-cubano e nella latina dance la sua espressione musicale.
Uno dei primi esponenti di questo stile musicale emergente fu il cantante cubano Frank Raùl Grillo (Avana 16.02.1909- Londra 15.04.1984), meglio conosciuto con il nomignolo di "Machito”. Arrivato a New York nel 1937 in qualità di leader cantante di un complesso di musica cubana, Machito nel 1940 costituì una nuova band dove, accanto agli strumenti tradizionali della musica afro-cubana, appariva anche una sezione di fiati composta da tre sassofoni e due trombe. Il sound prodotto dalla band rappresentava a pieno lo nuova tendenza musicale, in quando fondeva la potenza ed il coinvolgimento delle percussioni e dei ritmi cubani con la musicalità e la suggestione melodica dello swing jazzistico e con l'impatto sonoro delle orchestre tipiche delle Big Band che lo producevano.



Il nuovo suono prodotto dalla band di Machito suscitava una notevole suggestione sul giovane Puente che all'epoca era dedito a suonare nelle sale da ballo newyorchesi. E facile immaginare l'entusiasmo che poté provare Tito quando alla fine del 1940 Machito gli propose di entrare nella band come sostituto del batterista-timbalero. Tito, pur se appena diciassettenne, aveva militato in numerose band e poteva vantare già una notevole esperienza, anche se limitata esclusivamente alla musica da ballo. Le doti musicali di Tito Puente erano stupefacenti già allora, in particolare quello che risaltava era la capacità di adattarsi a qualsiasi contesto musicale, conseguenza forse del fatto di aver vissuto, ascoltato e studiato musica in un ambiente in cui s'incontrano e s'intrecciano una miriade di culture diverse. Il suo stile, se da una parte era influenzato dal sound delle Big Band Swing dell'epoca, in particolare da Benny Goodman, Duke Ellington, Artie Shaw, dal drumming di Gene Krup (il più famoso batterista dell'epoca), dall'altra, trovava ispirazione nelle sue origini etniche afro-cubane.
La convivenza dell'anima ispanica e del gusto per lo swing, faceva di Tito un drummer veramente innovativo, degno di essere considerato il musicista per eccellenza che ha rivoluzionato i i canoni della musica afro-cubana, mantenendo viva l'anima originaria. Egli fu, infatti, tra i primi ad utilizzare nella musica latino-americana la combinazione di timbales, cassa e piatti per riprodurre le figure ritmiche tipiche delle Big Band, spesso senza avvalersi delle altre percussioni (bongos e conga principalmente) tipiche della musica cubana. Già allora era un musicista completo, il suo modo di suonare era una miscela di gusto, talento e di studio (presso la New York School of
Musica), era in grado di leggere la musica, di suonare il pianoforte, il sax, oltre ad avere buone nozioni di composizione e di arrangiamento musicale.
Nel 1942 Tito Punente lascia la band di Machito's per arruolarsi in marina, dove servì, pur senza abbandonare la musica, sino al 1945. Finita la seconda guerra mondiale Tito ebbe la possibilità di tornare nelle file della Machito Orchestra, ma rifiutò: il suo desiderio era quello di lavorare come musicista ed arrangiatore free lance. Decise, pertanto, di perfezionare le sue nozioni di composizione e di arrangiamento, dapprima studiando sul metodo sviluppato dal teorico e matematico Joseph Schillinger che all'epoca riscuoteva molto successo tra i musicisti jazz ed in seguito frequentando la prestigiosa scuola musicale Julliard, dal 1945 al 1947. Nello stesso periodo continuò a lavorare come batterista con una band di musica brasiliana che si esibiva nel famoso Nightclub Copacabana e come direttore di orchestra nella band del cantante Pupi Campo, nelle cui file suonava il trombettist Jmmy Frisaura che divenne successivamente l'agente di Tito
Nell'estate del 1948 il produttore impresario Federico Pagani offrì a Puente l'opportunità di suonare tutti i sabato pomeriggio all'Alma Dance Studios, un famosissimo locale di Broadway. Tito accettò e formò una nuova band chiamata "Tito Puente and the Piccadilly Boys", composta dall'amico Jimmy Frisaura alla tromba solista, Chono Gonzalez alla tromba, Luis Varona al piano, Angel Rosa alla voce, Manuel Paxfot al contrabbasso, Manny Oquendo ai bongos, Frankie "Paco" Colón alle congas e Tito alla batteria, ai timbales ed al vibrafono. Da allora Tito non abbandonò mai più il ruolo di band leader.
Nel 1949, quando Max Hyman acquistò gli Alma Dance Studios trasformandoli nel più importante locale di ballo di New York, il "Palladium", la popolarità di Tito arrivò alle stelle. Il Palladium divenne in breve tempo il locale più frequentato della City ed il punto di ritrovo di tutta l'élite newyorchese. Ogni sera era possibile incontrare personaggi popolarissimi quali Sammy Davis Jr.,
Jackson Pollack, Marlene Dietrich, Allen Ginsberg, Leroi Jones, Kin Novak ed il mitico Marlon Brando. In quello stesso periodo Puente incise il suo primo disco a 78 giri intitolato "Abaniquito" ed ampliò la band includendo (seguendo l'esempio di Machito) una sezione fiati composta da quattro trombe, un sax baritono, un sax tenore, un sax alto ed un trombone. Con la nuova e versatile formazione, capace di spaziare in vari generi musicali, passando dalla musica americana, allo swing, agli standard pop, Puente registrò alcuni dischi per la Tico Records. In particolare, con la registrazione nel 1955 "Puente in Percussion", Tito riuscì a realizzare un sogno, quello di incidere un album di sole percussioni, avvalendosi di una formazione composta dai percussionisti
Willie Bobo, Mongo Santamaria, Potato Valdés e dal bassista Bobby Rodriguez.
Il progetto di realizzare un disco con una band dove non figurino strumenti armonici e fiati risultò all'epoca estremamente rivoluzionario, tanto che Puente stentò a convincere il produttore della Tico Records ad imbarcarsi in una operazione che loro consideravano sicuramente fallimentare. Tito era convinto dell'importanza che l'uso delle percussioni aveva rappresentato nella cultura delle popolazioni africane come strumento di comunicazione tra gli uomini e tra questi e le divinità e voleva esprimere quanto ancora era rimasto dello spirito dei progenitori africani nella musica latino-americana.
Seppure con molte difficoltà, alla fine la Tico Records diede l'assenso all'incisione del disco ma costrinse Puente a realizzarlo in brevissimo tempo per ridurre al minimo i costi. Il disco fu registrato, in appena uno o due take, ma si rivelò, non appena uscito in commercio, un successo al di sopra di ogni aspettativa.
Nel 1955, Tifo firmò un contratto in esclusiva con la RCA alla quale restò legato per numerosi anni realizzando svariati dischi di successo, tra cui spiccano "Top percussion", un altro album dedicato all'esplorazione dei ritmi e delle percussioni afro-cubane e "Dance Manìa", ancoro oggi considerato come uno dei più importanti album di musica latino-americana di tutti i tempi.
Nel 1960 con la registrazione dell'album intitolato "Revolving Bandstand", Puente realizzò un altro progetto ambizioso, quello di unire in un unico studio di registrazione due bands, una con una sezione ritmica latino-americana ed un'altra con una sezione ritmica jazz, che si alternavano nell'esecuzione del brano, ognuna attribuendo allo stesso uno stile ed un arrangiamento. Il
risultato di questa operazione, per la cui realizzazione Tito si avvalse della collaborazione del trombonista Buddy Morrow, fu assolutamente sorprendente. "Revolving Bandstand" fu l'ultimo album registrato per la RCA da Puente, che tornò successivamente con i suoi vecchi compagni della Tico Records. Nel 1972 un vecchio brano di Puente intitolato "Oye, como va"arrivò in vetta alle classifiche discografiche nella versione realizzata da un artista emergente del panorama rock-pop: Carlos Santana. Tutto ciò fece avvicinare il pubblico giovane alla musica di Puente, che negli anni Settanta veniva classificata come musica Salsa.
Nel 1977 Carlos Santana e Tito Puente, i quali nel frattempo avevano inciso un album in due versioni: "Santana III" il primo e "Para los rumberos" il secondo, s'incontrarono per la prima volta in concerto nel Roseland Ballroom di New York.
Nel 1979, con l'album intitolato "A Tribute to Benny Moré ", Tito vinse il suo primo Grammy Award, al quale ne seguirono altri due per "Mambo Diablo" e “On Broadway". Da allora in poi la carriera di Puente è stata caratterizzata da un susseguirsi di trionfi e di riconoscimenti. Basti ricordare le prestigiose collaborazioni con artisti come Frank Sinatra, Rosemarie Clooney ed Abbe Lane, le numerose apparizioni in pellicole cinematografiche come "Radio Days" di Woody Allen, o la sua partecipazione alla colonna sonora del film "Dick Tracy".
Tutto ciò sta a testimoniare come, attraverso una vita e un percorso artistico intenso e impegnativo, il talento e l'amore per la musica, in un ragazzino di origine portoricana, nato in un quartiere povero di New York, possa far sì che un giorno futuro egli possa diventare: "”The King of Latin Music".